L’anno scorso, in questo giorno, festeggiavo il mio 33esimo compleanno.
Ridevo, scherzavo, anche grazie agli amici che erano lì con me, ma il mio pensiero fisso era alla chemio che avrei iniziato dopo tre giorni e beh, sì, anche alla morte.
Ho pensato, per parte dell’ultimo anno, che sarei morta. Non era un pensiero costante, ma ogni tanto si affacciava a farmi freddo sulla schiena.
Ho pensato che sarei morta sotto chemio, di insufficienza epatica, che il cancro avrebbe camminato e mi avrebbe mangiato le ossa, e poi che sarei morta sotto anestesia, o per arresto cardiaco in sala operatoria, o che so io.
E’ stato un anno faticoso.
E’ stato un anno interminabile, l’anno più lungo della mia vita.
Adesso, sono pronta a iniziarne un altro, tutto nuovo. Da trentaquattrenne.
Con il pensiero a mia zia Mirella, che se n’è andata l’anno scorso proprio mentre scoprivo di essere malata anch’io, ed è stata forte fino alla fine, dolce fino alla fine, una signora fino alla fine.
Oggi sarebbe stato anche il suo compleanno.
Se mi passi il gioco di parole
il tempo e i ricordi si perdono
una volta sola
Questo è l’unico tuo difetto
che non ci sei più